Citrosodina

 

(Una storia indigesta di Sarah Massa)

Lei piaceva a Lui, ma Lui non piaceva a Lei.

Lui soffriva.

Stanco di soffrire, Lui si mise a smanettare su tinder e trovò Una a cui Lui piaceva. Solo che a Lui non piaceva Una. A Lui non importava che Una non gli piacesse, perché essere amati gli pareva molto più bello che amare a vanvera. E poi, da piccolo, sua mamma gli faceva mangiare i rognoncini, anche se a lui non piacevano. Aveva così scoperto di avere il superpotere dell’adattamento. O dell’abitudine. Tanto che, da adulto, aveva persino imparato ad apprezzarli, i rognoncini. Cucinati come faceva quello che era arrivato terzo a masterchef nella terza, quarta o forse quinta edizione. Pastellati, fritti.

E allora si mise con Una. E provò molti modi per farsi piacere Una. Scoprì che pastellata e fritta non era male, ma non fu come con i rognoncini. Di Una, dopo qualche ora, tornava quasi sempre su il sapore e Lui si svegliava la notte e doveva prendere la citrosodina. Strano perché con i rognoncini mai una volta aveva avuto bisogno della citrosodina.

Ogni tanto pensava a Lei, però non la cercava. E se Lei lo cercava, Lui non rispondeva, perché c’era Una e lui stava con Una. Su questo non potevano esserci dubbi.  

Provò una versione di Una un po’ più leggera, appena ripassata con uno spicchio d’aglio. Ma sarà stato l’aglio, sarà stato l’abbinamento con le verze, fu di nuovo una notte di dubbi e citrosodina. Fu così che decise di parlarne con Una, che gli disse che sicuramente Lui soffriva di gastrite. Una decise che più amore, unito a 20 mg/die di pantoprazolo, avrebbe risolto ogni cosa. Per assicurarsi che Lui ricevesse la giusta terapia, Una andò a vivere a casa di Lui. Ma la convivenza non sortì gli effetti desiderati e, nonostante la terapia, i sintomi di Lui peggiorarono. Una si convinse che fosse ipocondriaco e decise che se avesse avuto altro che i propri malanni a cui pensare, sarebbe guarito all’istante. Una stabilì che avrebbero avuto Bambino: un figlio dell’amore, perché Una lo amava.

La nascita di Bambino fu per Lui come una lavanda gastrica. Si sentì svuotato e pronto ad accogliere nuovi cibi, nuovi farmaci e nuove forme di Una, che si rivelò meno indigesta se lasciata a lungo in ammollo, assunta a piccole dosi, con un goccio d’olio e tanto, tanto limone. Bambino, a sua volta, era come il latte fresco. Lui amava da morire il latte fresco e continuava a consumarlo, anche se il dottore gli aveva diagnosticato, anni prima, una forte intolleranza.

Passarono gli anni e Lui continuò con i suoi sintomi e la sua gastrite. Finché un giorno davanti a un negozio Eataly, dove si trovava per comprare la fecola di patate bio con la quale provare a pastellare i rognoncini, ma senza aggiunta di glutine, vide una donna con indosso un camice, che lo fissava. La guardò meglio. Era proprio Lei, che un tempo gli piaceva, anche se a Lei non piaceva Lui. Gli fece un cenno. Lui gettò uno sguardo dietro di sé. Sì ce l’aveva proprio con Lui. Si avvicinò contento e Lei gli raccontò che era diventata un famoso medico gastroenterologo e che sarebbe stata felice di curare la gastrite di Lui. Lui accettò e una volta a casa lo disse a Una, che gli vietò categoricamente di farsi visitare proprio da Lei. Ma Lui ci andò ugualmente e scoprì che a Lui piaceva ancora Lei e che anche a Lei piaceva Lui, che avrebbe voluto dirglielo, ma Lui non le rispondeva.

Tutti i suoi sintomi scomparvero all’istante e Lui prese felice la strada di casa. Tanto felice che quasi non si accorse del tram che lo travolse, mentre attraversava un binario col naso per aria, distratto da un enorme cartello pubblicitario della citrosodina.

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