La libraia assassina

 

(Una storia moderatamente triste di Sarah Massa)

C’era una volta una libraia che uccideva i clienti.

Non li uccideva tutti, uccideva solo quelli che le davano fastidio. Poiché era una donna che si infastidiva facilmente, dopo pochi anni di attività la libraia assassina poteva già definirsi una serial killer di tutto rispetto.

Alla libraria infastidiva, per esempio, che si storpiassero i nomi degli autori. Il periodo in cui iniziò ad andare di moda Wisława Szymborska fu per lei un periodo di grande attività. E fu un peccato perché, per moltissimi anni, con Alda Merini, nessuno, nel reparto poesia, si era fatto del male.

Alla libraia infastidivano anche le mode. Non tollerava, per esempio, che la gente si interessasse ai turchi solo perché Orhan Pamuk aveva vinto un Nobel. Se il Nobel doveva essere una scusa, e si doveva conferire la giusta attenzione a un autore, o a una letteratura intera, solo per questo motivo, allora perché nessuno si filava di pezza gli australiani? Perché nessuno veniva mai a chiederle Patrick White?

Stava già sulle spine per Philip Roth, quando l’Accademia annunciò che il Nobel sarebbe stato assegnato a Bob Dylan. La libraia assassina, e con lei tutto l’inconsapevole quartiere, tirarono un inaspettato quanto provvidenziale sospiro di sollievo. Peccato poi per l’inattesa, se non prematura, dipartita dello stesso Roth, che provocò l’inevitabile bagno di sangue.

“Roth”, mormorava tra i denti mentre soffocava l’ennesimo malcapitato con il cuscino cremisi del divano della zona lettura, adatta a grandi e piccini.

“Si dice Roth, dannazione, non Ròtt o Ruot! Philip Roth!”

Alla libraia, poi, infastidiva la manualistica. Come se si potesse veramente imparare ad amare seguendo le istruzioni di un mezzo cretino stempiato con i denti più bianchi della ceramica del suo bidet. Come se si potesse davvero diventare magri come grissini o ricchi come Creso con la forza della mente. Di un altro, per giunta.

Una mattina d’inizio estate, stremata dalle storpiature dei classici, acquistati a mani basse da genitori ansiosi per ragazzini che sarebbero stati moralmente obbligati ad odiarli, la libraia assassina decise di non aprire il negozio e se ne restò a casa a preparare una ciambella guardando le televendite. Fu allora che lo vide: l’affilatore da cucina multiuso, in grado di trasformare una Fìdaty in un’arma letale. Chiamo subito il Numero Verde, approfittò dello sconto sul primo acquisto, e se lo fece recapitare comodamente a casa, completo di ricettario in omaggio.

Da quel momento il suo lavoro divenne molto più semplice. Quando un avventore avventato si presentava in cassa a pagare il suo “Milionario in dieci giorni con la forza del pensiero” lei lo accoglieva con un bel sorriso, prendeva la sua carta fedeltà, la affilava rapidamente e la usava per tagliargli gola. Rapido, sicuro. E, se non proprio pulito, per niente faticoso. Così la libraia assassina andò avanti per molti mesi, sgozzando e occultando cadaveri di attempati signori con difetti di pronuncia, boriosi agenti immobiliari assetati di vendite, mariti distratti costretti a recarsi nell’infausto luogo da mogli e amanti con fissazioni poetiche.

Finché un giorno entrò lui, il cliente che tutti i librai temono e che tutti dovranno, prima o poi affrontare. Sorridente, con barba e baffi in puro stile hipster, una moda che, in quanto tale, già faceva salire il nervoso alla libraia, il giovanotto non si guardò neppure intorno, ma andò dritto verso di lei e le disse

“Scusi, sono qui solo per un’informazione. Chi ha scritto la Bibbia? Non me lo ricordo”

La libraia assassina si tolse gli occhiali, li ripulì con lo straccetto che teneva sempre accanto al registratore di cassa, se li rimise, sistemandoseli sul naso con la dovuta attenzione, e guardò, affabile, il giovanotto

“Lei ha per caso la carta fedeltà?”

Il giovanotto si frugò brevemente in tasca, individuò l’oggetto richiesto e lo porse alla libraia assassina con aria interrogativa.

Lei lo prese e, con un gesto fulmineo, si tagliò la gola. Lasciando il giovane sconvolto, la barba e i baffetti grondanti sangue, a chiedersi come mai non si fosse limitato a interpellare Siri.

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