Pollicino Verde
(Una storia vegana di Sarah Massa)
In un paese lontano lontano, nel cuore di un’oscura foresta, un Orco e un’Orchessa convivevano more uxorio, sotto la forma giuridica della coppia di fatto.
L’Orchessa era vegana e non faceva che tormentare il compagno. “Orco” gli diceva “Devi smetterla di mangiare i bambini! Mangia la cicoria, piuttosto”“Zitta donna” rispondeva lui “Io sono grande e grosso e ho bisogno di mangiare bambini per restare in forma”.
“Se le cose stanno così, dovrai mangiarli crudi o imparare a cucinarteli da solo” concludeva l’Orchessa, stizzita.
Nella stessa oscura foresta, ma in posizione più periferica, ai confini con il capoluogo del paese lontano lontano, vivevano anche Pollicino Verde, un ragazzo basso ma sveglio, la sua mamma e il suo papà, che erano sposati in comune e anche in chiesa. La Mamma, una donna nervosa, ludopatica, fissata con l’igiene e la pulizia, non faceva che tormentare il marito.
“Marito” gli diceva “Devi levarti gli stivali quando entri in casa e poi devi cercarti un lavoro migliore e più remunerativo: il taglialegna non serve più a nessuno, fattene una ragione”
“Zitta donna” rispondeva lui, “Perché non vai a cercare tu un altro lavoro, invece di spendere tutti i nostri soldi al videopoker?”
“Se le cose stanno così, oltre a ricordarti che viviamo in un mondo sessista in cui noi donne siamo pagate il 25% in meno di voi uomini, devo chiederti di trovare un’altra casa a nostro figlio Pollicino Verde, che è piccolo, ma mangia e sporca come un gigante” concludeva la moglie, stizzita
Fu così che Pollicino Verde venne portato dal padre a casa del ricco Orco, il quale, non sapendo come cucinarlo, fu costretto ad adottarlo. Dopo qualche tempo, si lasciò convincere dalla compagna Orchessa a iscriverlo a un corso di cucina vegana.
Pollicino Verde divenne lo chef vegan più famoso di tutto il paese lontano lontano, aprì un ristorante che ricevette due stelle Michelin, si comprò la casa dei genitori e la convertì in un impianto di compostaggio per gli scarti del ristorante.