Il #gatto con i canali (social)

 

(Una storia triste di Sarah Massa)

C’era una volta un gatto che di lavoro faceva il social media manager.

Poiché lavorava con partita iva, dopo il primo anno di lavoro si convinse di potersi permettere un paio di stivali nuovi. Attese l’apposito lunedì di gennaio, quello in cui i negozi fanno gli extra sconti per alleviare la tristezza di una vita a partita iva, e si recò di buon’ora nel Centroscarpe più vicino. Trovato il modello adatto, Gatto raggiunse la cassa, scoprì che per avere diritto all’extra sconto del 10% doveva fare la tessera, accettò senza leggerle tutte le clausole per la privacy, firmò dove indicato, pagò contactless e si portò via gli stivali, la tessera magnetica e il buono sconto da utilizzare entro il 30 di gennaio, a fronte di una spesa minima di 69,99 euro, condizioni dettagliate sul sito.

Sulla via del ritorno, decise di fermarsi a comprare un kebab e di farci un post su Instagram. Il kebabbaro lo accolse sulla porta.

“Buongiorno Gatto, che fai di bello?” Chiese il kebabbaro

“Facevo un po’ di #shopping col #bluemonday” Rispose il gatto

“E che hai comprato di bello?”

“Un paio di stivali”

“Ah, molto bene, Gatto! Ti chiamerò Il Gatto con gli stivali”

“Boh. Non lo so se mi piace. Forse sono più un #Gatto con i Canali, quelli #social, intendo. Ora però vorrei un buon #kebab”

“Magnifico! Ne vorrei uno buono pure io. Entra che vedo cosa posso fare”

Il Gatto entrò di buon grado e subito pensò di geolocalizzarsi dal kebabbaro, che gli pareva un tipo gentile. Anzi, già che c’era avrebbe potuto lasciargli una bella recensione su Tripadvisor e perché no anche su Google. Inoltre, pensò di fotografare e poi twittare il menu del locale, casomai qualche follower si trovasse a passare in zona.

Mentre il gatto scriveva e postava, postava e scriveva, il kebabbaro kebabbava e intanto pensava al futuro, non senza una certa preoccupazione.

Gli affari andavano maluccio, bisognava ammetterlo. La marijuana legale non provocava fame chimica sufficiente a permettergli un buon giro di carne da kebab e, se voleva arrivare a sera, non vedeva alternative al gatticidio. D’altronde il suo life/business/mental coach lo diceva sempre: il cosmo lavora per sincronicità, dunque quel gatto non poteva essere lì per caso.

Fu così che, mentre il gatto scriveva e postava, postava e scriveva, il kebabbaro smise di kebabbare, acchiappò il felino, lo tramortì con una pala da forno e lo mise a cuocere sullo spiedone. Quella sera il kebabbaro postò la prima storia sul suo profilo Instagram, creato per l’occasione: indossava un bel paio di #stivali #nuovi e si firmava @ilkebabbaroconglistivali. Non poteva saperlo, ma come spesso accade quando si ha a che fare con la #sincronicità, quello fu l’inizio di una luminosa e ricca carriera come #food + #lifestyle influencer.

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